7 luglio: Echo Bay (Lake Mead N.R.A.) - Las Vegas
Risveglio come al solito prestissimo, ieri sono andato a dormire molto tardi e infatti stamattina ho la schiena a pezzi, per la fretta ed il gran vento di ieri non ho neanche sistemato la zona notte accontentandomi del sedile davanti e quindi...
Il sole ha già fatto capolino oltre le formazioni rocciose che ci circondano e dal parcheggio prendo la strada verso gli le rampe che permettono di scaricare in acqua le imbarcazioni, prendendo solo una piccola deviazione sterrata verso un crinale che mi sa di panoramico mi offre uno scorcio dall'alto di questa piccola oasi che accoglie il fiume Colorado alla fine della sua burrascosa esperienza nel Grand Canyon, ne calma le acque prima di consegnarlo alla diga di Hoover ed al suo tragitto finale verso il Messico!
Tornando a noi, la stanchezza davanti allo spettacolo passa subito in secondo piano.
Il sole ha già fatto capolino oltre le formazioni rocciose che ci circondano e dal parcheggio prendo la strada verso gli le rampe che permettono di scaricare in acqua le imbarcazioni, prendendo solo una piccola deviazione sterrata verso un crinale che mi sa di panoramico mi offre uno scorcio dall'alto di questa piccola oasi che accoglie il fiume Colorado alla fine della sua burrascosa esperienza nel Grand Canyon, ne calma le acque prima di consegnarlo alla diga di Hoover ed al suo tragitto finale verso il Messico!
Tornando a noi, la stanchezza davanti allo spettacolo passa subito in secondo piano.
Il viaggio del 2016 doveva essere una mazzata di fuoristrada andando a toccare gli angoli più remoti e meno visitati del Grand Canyon (sua Maestà, si intende); per un paio di problemi basilari l'itinerario è cambiato ed ggi sono qui, comunque, dove sarei stato l'ultimo giorno dell'altro viaggio, a godermi le forme di queste rocce, i colori che emergono dall'acqua, quasi come se fosse una combinazione... anche se in effetti è una combinazione, una combinazione voluta e cercata (e la Death Valley mi ha dato una mano).
Fatto sta che mi gusto il sole che cresce ed indora tutto il paesaggio godendomi ogni istante, guardandomi attorno e gustandomi sia il morbido della sabbia che il fresco dell'acqua, così come un paio di benedizioni alla ghiaia ed alle spine di qualche cactus le ho tirate!
Fatto sta che mi gusto il sole che cresce ed indora tutto il paesaggio godendomi ogni istante, guardandomi attorno e gustandomi sia il morbido della sabbia che il fresco dell'acqua, così come un paio di benedizioni alla ghiaia ed alle spine di qualche cactus le ho tirate!
Sono arrivato fino alla Echo Bay perchè dal passato avevo in sospeso la visita ad un parco qui vicino, un oparco che ho tanto voluto vedere e che mi sono quasi conquistato con la guidataccia di ieri notte; la pecca è che di certo dovrò ritornarci perchè oggi non ho assolutamente voglia di fare scarpinate a piedi, considerando che vago scalzo anche sull'asfalto (fortuna che son le 7 del mattino quando ci arrivo) e che in programma ho la semplice visita panoramica del parco...
La Valley of Fire, un angolino di Utah in Nevada si potrebbe chiamarla!
Ovviamente era troppo presto per trovare qualcuno all'ingresso così ne approfitto per gustarmi in relativa quiete la prima tappa: la Elephant Rock...
mentre qualche specie indigena ne approfitta per godersi la sabbia ancora fresca per terra (una Desert Horned Lizard, Lucertola del Deserto Cornuta).
Passato il Clark Memorial (una croce funebre in ricordo di un soldato deceduto qui) ecco la svolta per le Cabins, ora in disuso ma con un comodo angolo da picnic...
e quindi uno scorcio bene o male standard del paesaggio circostante.
Un salto al Visitor Center e poi il bivio, da una parte si procede verso l'uscita e non è ancora il momento, dall'altra la Mouse's Tank Road verso il cuore pulsante del parco.
Onestamente devo dire che fino ad ora non sono rimasto più di tanto colpito, forse proprio dalle tante aspettative che mi ero fatto sul parco, sicuramente per tutto quello con cui mi son riempito gli occhi negli ultimi giorni e credo in buona parte anche perchè dovevo ancora passare tra quei due costoni di roccia che aprono la strada a una delle Scenic Road più folli che si possano immaginare!
Uno scollinamento ci separa da questo paesaggio colorato dai milioni di anni di evoluzione della terra, il giallo insegue l'arancione, il rosso si mischia con il bianco, il verde e l'azzurro incorniciano il tutto ed il sole che brucia sulla pelle ricorda che questo "No, non è il paradiso..."
Da una parte e dall'altra è un continuo spettacolo, pennellate colorate che si inseguono disegnando motivi caldi su ogni roccia lungo tutto l'orizzonte...
per fortuna la sabbia è ancora a temperature decenti ed è talmente fine che sembra borotalco colorato di arancione intenso!
Arrivato in fondo giro semplicemente la macchina e non ci penso neanche a fare uno dei due trails segnati lungo il cammino, fa troppo caldo e ho troppa poca voglia oggi, voglio godermi con lo sguardo tutto quel che riesco e torno indietro al Visitor Center contento fino all'orlo della vista, chiamo i rangers per pagare l'ingresso e glieli do con il sorriso; tuttavia devo ancora marcare una crocetta alla visita: c'è una sorta di cavernetta in cui l'erosione ha creato un disegno nella roccia che è spettacolare, non mi ricordo il nome e la ranger con cui sto parlando non l'ha mai vista di persona, ma prende una cartolina e mi mostra l'immagine spiegandomi vagamente che le è stato detto che si trova in prossimità di un cartello stradale, cercando un po' qua e un po' la...
Meglio che niente come spiegazione, ma intanto si procede con la strada da percorrere e la Arch Rock è
Meglio che niente come spiegazione, ma intanto si procede con la strada da percorrere e la Arch Rock è
Passo anche la Atlatl Rock (una scala porta in alto a veder da vicino dei petroglifi) e raggiunto bene o male il punto parcheggio dove posso e prendo a guardarmi intorno, passando le prime file di rocce che già mostrano i segni del tempo...
e guardando un po' qua e un po' la...
Ecco uno scorcio della Firecave, me la ricordavo come una cavernina ed in effetti è molto "ina", ma tra il bello di averla trovata, la bellezza del posto in se' ed il fresco che fa all'ombra mentre fuori impazza la mattinata del deserto, diciamo che me ne sono appropriato per un po'!
Un altro giro tra le varie formazioni rocciose che ci sono lì attorno...
e quindi un salto all'ultima attrazione del parco (alcune erano chiuse): i Beehives, basta guardare la loro forma per capire come mai sian stati chiamati "alveari"!
Questa foto, per quanto di per se' dica poco, ha per me un valore particolare...
Questa foto, per quanto di per se' dica poco, ha per me un valore particolare...
rimontato in macchina poso la macchina fotografica e non la tiro più fuori per il resto del viaggio se non per darle una mezza spolverata e sistemarla a dovere nel bagaglio finale!
Il bisonte bianco riparte alla volta di Las Vegas ed io mi posso considerare più che soddisfatto: sono stanco e finalmente ho in programma di andare a parcheggiare la macchina, prendere una Dr. Pepper gelata ed andare a buttarmi sotto la doccia e così va a finire; stesso motel da battaglia del primo giorno e stessa prassi, a parte una breve attesa per la camera, ma l'aria condizionata ed il divano hanno fatto bene il loro lavoro.
Domani pomeriggio parte l'aereo per il ritorno al di qua dell'oceano, ma stasera ho un appuntamento al teatro del Bellagio, ho prenotato lo spettacolo delle 21 e manca ancora un bel po' di tempo finito di mettermi a posto quindi prendo a mettere un minimo di ordine nello zaino, da una parte il buttabile, dall'altra il salvabile ed alla bene e meglio l'utile, così prendo in mano il biglietto stampato e tutto fila liscio: Hotel Bellagio, spettacolo Cirque du Soleil - O, orario spettacolo 19.30... come alle 19.30?
Per fortuna manca ancora un po' di tempo e l'hotel è vicino, mi basta scappare via dal motel e camminare come un forsennato per quei 5-10 minuti di traffico pedonale di Las Vegas e prima il Bellagio, poi l'interno, i cartelli nella Hole e la fila per entrare: avendo il biglietto prestampato e pagato me la sbrigo in fretta e raggiungo il mio posto, centrale appena sopra al mixer: ottimo!
Inutile spendere elogi per quello che è considerato tra i migliori spettacoli del mondo, applausi e sguardi a bocca aperta per tutto lo show, grande intrattenimento e artisti formidabili, ma ancora il giudizio non rende merito; come non rende merito dire nulla a tutti quanti han strapagato per delle foto fatte male con finti interpreti e via dicendo, ma fortuna vuole che io non sia tra quelli...
Sera a bighellonare lungo la Strip, aperitivo al Twin Peaks Restaurant già conosciuto all'andata e cena vera e propria all'Harley Davidson BBQ Cafè e quindi senza forzare gli orari - visto che comunque a Las Vegas si fa tardi e non te ne accorgi neanche - me ne son tornato con calma in motel: ho sonno e ho un letto che mi aspetta...
Non è ancora il momento dei miei saluti, per adesso comunque un grazie a chi è arrivato fin qui nel ricordo del mio viaggio!
Il bisonte bianco riparte alla volta di Las Vegas ed io mi posso considerare più che soddisfatto: sono stanco e finalmente ho in programma di andare a parcheggiare la macchina, prendere una Dr. Pepper gelata ed andare a buttarmi sotto la doccia e così va a finire; stesso motel da battaglia del primo giorno e stessa prassi, a parte una breve attesa per la camera, ma l'aria condizionata ed il divano hanno fatto bene il loro lavoro.
Domani pomeriggio parte l'aereo per il ritorno al di qua dell'oceano, ma stasera ho un appuntamento al teatro del Bellagio, ho prenotato lo spettacolo delle 21 e manca ancora un bel po' di tempo finito di mettermi a posto quindi prendo a mettere un minimo di ordine nello zaino, da una parte il buttabile, dall'altra il salvabile ed alla bene e meglio l'utile, così prendo in mano il biglietto stampato e tutto fila liscio: Hotel Bellagio, spettacolo Cirque du Soleil - O, orario spettacolo 19.30... come alle 19.30?
Per fortuna manca ancora un po' di tempo e l'hotel è vicino, mi basta scappare via dal motel e camminare come un forsennato per quei 5-10 minuti di traffico pedonale di Las Vegas e prima il Bellagio, poi l'interno, i cartelli nella Hole e la fila per entrare: avendo il biglietto prestampato e pagato me la sbrigo in fretta e raggiungo il mio posto, centrale appena sopra al mixer: ottimo!
Inutile spendere elogi per quello che è considerato tra i migliori spettacoli del mondo, applausi e sguardi a bocca aperta per tutto lo show, grande intrattenimento e artisti formidabili, ma ancora il giudizio non rende merito; come non rende merito dire nulla a tutti quanti han strapagato per delle foto fatte male con finti interpreti e via dicendo, ma fortuna vuole che io non sia tra quelli...
Sera a bighellonare lungo la Strip, aperitivo al Twin Peaks Restaurant già conosciuto all'andata e cena vera e propria all'Harley Davidson BBQ Cafè e quindi senza forzare gli orari - visto che comunque a Las Vegas si fa tardi e non te ne accorgi neanche - me ne son tornato con calma in motel: ho sonno e ho un letto che mi aspetta...
Non è ancora il momento dei miei saluti, per adesso comunque un grazie a chi è arrivato fin qui nel ricordo del mio viaggio!