5 luglio: Barstow - Mojave Desert National Preserve
I programmi iniziali vedevano una bella scorreria a destra e a manca per la Death Valley quindi, dopo il 4 luglio, la zona da cui sto arrivando; ho terminato con un paio di giorni in anticipo quella che era la tabella di marcia ma in zona ho lasciato in sospeso un paio di scorci che, visti all'andata, son stato dispiaciuto di non aver potuto approfondire...
Questa però è storia "futura", al momento mi gusto gli scorci dell'antica Route 66 che - sebbene passi poco distante dalla novella Interstate che taglia in due gli Stati Uniti - ha sempre quel tocco di "old" che si lascia guardare con fierezza!
Questa però è storia "futura", al momento mi gusto gli scorci dell'antica Route 66 che - sebbene passi poco distante dalla novella Interstate che taglia in due gli Stati Uniti - ha sempre quel tocco di "old" che si lascia guardare con fierezza!
Prendo la strada in direzione est, verso l'Arizona, ed una delle prime tappe cui giungo è il Bagdad Cafè che prende il nome dalla vicina cittadina (o quel che ne resta) di Bagdad, sebbene non sia dentro al suo territorio: questo è il luogo originale dove è stato girato il film "Bagdad Cafè" (ma dai?)... avrei anche fatto qualche foto ma prima mi son gustato una birrozza nel locale in tranquillità, poi un pullman di gentil francesi con grande educazione hanno preso a mettersi dappertutto (sia dentro che fuori dal locale) e amen, motivo per ripassarci!
Mentre avanzo sulla mia destra noto una bella formazione vulcanica, ce ne sono tante in zona, ma questa è più accattivante, più colorata rispetto al nero standard delle altre formazioni, subito dopo un cartello indica Pisgah Crater ed una bella strada sterrata si stacca dalla lingua di vecchio asfalto...
ora la domanda è: "capita tutti i giorni di trovarsi in auto nel cono di un vulcano?"
per quanto scontata, la mia risposta sarebbe "no, ma già che ci siamo facciamola capitare!"
Utilizzato per l'estrazione mineraria (nell'industria dell'asfalto) ora è un'area quasi abbandonata lì al lato della strada, facilmente accessibile (guida in fuoristrada e macchina alta visto che si parla comunque di pietre e di abbastanza lontano da eventuali aiuti) aiuta a gustarsi il deserto arido, il sole che picchia sempre, la gola secca che chiede di esser idratata e quel venticello che sembra volerti rinfrescare invece ti brucia e basta!
per quanto scontata, la mia risposta sarebbe "no, ma già che ci siamo facciamola capitare!"
Utilizzato per l'estrazione mineraria (nell'industria dell'asfalto) ora è un'area quasi abbandonata lì al lato della strada, facilmente accessibile (guida in fuoristrada e macchina alta visto che si parla comunque di pietre e di abbastanza lontano da eventuali aiuti) aiuta a gustarsi il deserto arido, il sole che picchia sempre, la gola secca che chiede di esser idratata e quel venticello che sembra volerti rinfrescare invece ti brucia e basta!
Ritorno sui miei passi ed a Ludlow c'è un altro locale abbastanza storico della strada (Ludlow 66 Cafè), qui sento una famigliola parlare italiano dopo giorni, ma la permanenza è stata breve in quanto non servivano bionde luppolate; il tempo di una porcheria marrone frizzante e via lungo questo paesaggio che nelle splendide giornate come oggi sembra dipinto a mano!
Mi guardo intorno ed in lontananza vedo una di quelle cose che più mi fanno ricordare che sono negli Stati Uniti: i treni chilometrici... mi piazzo appena dopo il passaggio a livello e mi gusto il lento passare di questo convoglio, le sue decine di locomotrici e le centinaia di vagoni di tutte le grandezze e colori immaginabili!
Passando per zone con nomi geniali come Lavic (in mezzo ai vulcani ci sta), Klondike (la corsa all'oro è stata fondamentale per lo sviluppo di qualche area...), Bagdad (in effetti, sempre nel deserto siamo) e Siberia (no, questa scusatemi ma non l'ho capita!), ecco che un cono nero più familiare mi torna nell'orizzonte, sebben
e sul versante opposto rispetto a due settimane fa: ecco il buone caro Ambot Crater!
e sul versante opposto rispetto a due settimane fa: ecco il buone caro Ambot Crater!
Nel parcheggio c'è un'area picnic con qualche panca ed una tettoia, decido dunque di fare una pausa qua e la legge dei numeri si fa sentire, così anche come la casualità che fa sembrare certi eventi già scritti: sono passato da questa strada quando la conta del viaggio era al giorno numero 2 ed oggi mi ritrovo a guardare questa terra con un'altra esperienza, con un bagaglio culturale ed emotivo ben più ricco oggi che la conta è a -2...
Mi fermo e mi rinfresco, porto avanti il mio "diario di bordo" e mi godo l'atmosfera di pace e soprattutto il silenzio che mi circonda: la strada principale è abbastanza lontana e davanti a me colate di lava, distese di sabbia, coni di roccia ed il cielo!
Mi fermo e mi rinfresco, porto avanti il mio "diario di bordo" e mi godo l'atmosfera di pace e soprattutto il silenzio che mi circonda: la strada principale è abbastanza lontana e davanti a me colate di lava, distese di sabbia, coni di roccia ed il cielo!
Poi arriva una macchina con un gruppo di ragazzi (tra cui uno senza una gamba che era il più attivo di tutto il gruppo) che si vanno a godere la vista, peccato per i genitori (o presunti tali) che attendendo in macchina non si sono neanche degnati di spegnere il motore e via il bel senso di pace e tranquillità!
Da qui ad Amboy è un tiro di schioppo ed un'altra attrazione è il rinato Roy's Cafè, dove riesco a firmare il diario per la seconda volta e dove ci si deve accontentare della Root Beer per senza Root la Beer non la vendono, ma almeno è gelata e costa niente!
Non tutto ha avuto la fortuna di tirare a campare o di essere rilevato da gestori moderni, anche perchè il traffico in zona è quello che è, così al bordo della strada oltre che attrazioni ci sono anche spenti ricordi...
Ma c'è da ricordarsi che son venuto qua non solo per i resti del recente passato, ma che c'è un grande colosso qua accanto e si chiama Mojave Desert...
e come l'altra volta riesco a gustarmi il cambio di luci che dall'azzurro del pomeriggio prende tutte le sfumature arancioni del crepuscolo...
le ombra iniziano ad allungarsi e tutto prende un tratto pastello lungo la strada che porta all'area Hole-in-the-Wall, bella e bello anche il campeggio, ma decido di non fermarmi e di tirare dritto ancora un po', finita la Essex Road prendo la Black Canyon Road...
Il paesaggio qua si fa meno brullo e la strada è ricca di fauna: per chi avesse paura di chissà quali animali, mandrie di mucche al pascolo libere anche in mezzo alla strada...
e migliaia di black-tailed jackrabbit che corrono a destra ed a manca: il consiglio ovviamente è di andare piano e di fare ben attenzione!
I colori comunque cambiano, il cielo diventa timido e l'azzurro viene per un attimo accantonato per dar spazio ad un'esplosione di arancio!
Decido di tornare alla stazione di Cima, c'era un bel treno parcheggiato al bordo della strada e mi sono immaginato come sarebbe stato nel pieno della notte, lontno da luci e rumori...
Vengo però presto smentito, a parte che questa strada nel deserto è un tratto che collega nord e sud e di macchine ogni tanto ne passano, è un rumore più lontano, più forte e più duraturo di un'auto che passa a prendere la mia attenzione: dietro a me ci sono i binari e c'è un treno che mi sta passando dietro...
ovviamente qui passano solo questi convogli chilometrici che, poco più che a passo d'uomo, mangiano il deserto con lo sbuffo dei loro fischi, ma confidando nella buona sorta ed in qualche stella cadente...
uno dei miei sogni era il tornare a csa con una bella foto notturna ritratta davanti ad un Joshua Tree (già che ne ho visti "pochi"): ora, a parte il "bella", direi che posso ritenermi pienamente soddisfatto del risultato!
Soddisfatto dell'ottenuto, posso dedicare l'ultima parte della nottata a bighellonare nel deserto: alla fine della Kelbaker Road (nei confini della cittadina di Baker) c'è un buon distributore dove vado a fare un minimo di siesta refrigerata, mi godo lo spettacolo di un'australiana che in piena notte cerca di ammaestrare un cagnolotto di pochi mesi che, invece, ha solo voglia di mordere tutto.
Sono stanco, sono soddisfatto e, soprattutto, sono stanco... lascio la civiltà per tornare di un passo nel grande deserto: parcheggio la macchina direttamente dietro al grande cartello di ingresso e lascio al cielo stellato il compito di chiudere la giornata!
Sono stanco, sono soddisfatto e, soprattutto, sono stanco... lascio la civiltà per tornare di un passo nel grande deserto: parcheggio la macchina direttamente dietro al grande cartello di ingresso e lascio al cielo stellato il compito di chiudere la giornata!