3 luglio: Mono Lake - Trona Pinnacles NNL
La dormita è decente, mi sveglio che il sole è già bello alto (saran le 7.30) e il parcheggio non è più simile ad un deserto, scendo e riprendo la strada delle rive del lago ed ora con la bella luce del mattino riesco a godermi appieno lo spettacolo di queste formazioni di tufo che nel corso della storia si sono creati e continuano tutt'ora a dominare quest'area...
ci sono più di un sentierino e la possibilità di scorci e vedute è buona anche se il tutto è in un piccolo cantone dello specchio d'acqua e ci va poco tempo a fare tutto il giro...
alla fine mi fermo sui tavoli nel parcheggio, con vista lago in lontananza, e non ho idea di quanto tempo impiego a guardare la gente che va e viene, a lungo, come se il tempo fosse fermo per me e scorresse veloce per loro; mi aspettavo buone cose da questo posto e devo ammettere che ci son rimasto talmente bene che ho fatto quasi fatica ad andarmene!
Risalito in macchina scelgo di farmi due passi a piedi nei dintorni e dapprima, dalla parte opposta della strada, risalgo su una collina tra cactus e sterpaglia riarsa dal sole fino a guadagnare la vista da lontano dei pinnacoli e del parcheggio...
Risalito in macchina scelgo di farmi due passi a piedi nei dintorni e dapprima, dalla parte opposta della strada, risalgo su una collina tra cactus e sterpaglia riarsa dal sole fino a guadagnare la vista da lontano dei pinnacoli e del parcheggio...
quindi proprio sul lago c'è il Panum Crater, un vulcano giovane (e non ancora addormentato in teoria) che offre una camminata verso il centro del cono per raggiungere formazioni laviche formatesi dalle vecchie eruzioni, visto che il trail è abbastanza frequentato nonostante il caldo torrido io opto per il Rim Trail, una camminata su tutto il bordo del cono esterno del vulcano.
L'itinerario prevedeva, dopo il Mono Lake, la salita leggermente a nord per andare a vedere la Ghost Town di Bodie, onestamente me ne sono del tutto dimenticato tanto che punto la macchina direttamente verso sud e mi butto senza sosta fino a Mammoth, ridente cittadina da cui partono piste da mountain bike e snowboard, funivie e similari dappertutto ed è curioso veder come mentre io sono quasi in mutande a guidare la gente fuori sia snowboard in spalla pronta a raggiungere il bianco soffice delle cime della Sierra!
Scendo in città ed i Vigili del Fuoco stanno facendo un mega BBQ in piazza, io ho fame e le cose vanno a braccetto con un paio di birre nel mentre a rinfrescare il pomeriggio.
Continuo a scendere ed arrivato a Lone Pine mi fermo al Visitor Center esterno della Death Valley, avrei dovuto lanciarmi via sterrato fino alle dune ed alla Racetrack Playa ma una tempesta due giorni fa ha messo fuori uso quasi tutti gli sterrati del parco (alcuni si conta che verranno riaperti in estate 2017) ed oltre alla temperatura torrida (49° di media giornaliera in determinate zone) per qualche giorno tutto sarà senza corrente e difficilmente ci saranno rangers in giro fuori dagli uffici visto che domani è festa nazionale, quindi per la seconda volta di fila determinate aree della Death Valley mi sono negate.
Poco male, il paesaggio è comunque molto bello ed aspro (per gli amanti del genere) e mentre da una parte ci si lascia alle spalle la catena della Sierra Nevada.
Inconveniente di giornata è il passato che mi si ritorce contro: "e come?" "eh, e come..." dovrei rispondere io, con una smorfia; unendo (a) il fatto che l'ennesima dormita in auto senza acqua corrente per darsi una lavata ne' ieri sera ne' stamattina e (b) lo spray antiorso accidentalmente spruzzatomi addosso ieri, ho avuto una coscia e mezzo braccio in fiamme per gran parte del viaggio, per fortuna che nel frigo avevo ancora un po' di ghiaccio e ne ho approfittato per darmi una regolata, ma è stato quasi un incubo per qualche oretta!
Scendo in città ed i Vigili del Fuoco stanno facendo un mega BBQ in piazza, io ho fame e le cose vanno a braccetto con un paio di birre nel mentre a rinfrescare il pomeriggio.
Continuo a scendere ed arrivato a Lone Pine mi fermo al Visitor Center esterno della Death Valley, avrei dovuto lanciarmi via sterrato fino alle dune ed alla Racetrack Playa ma una tempesta due giorni fa ha messo fuori uso quasi tutti gli sterrati del parco (alcuni si conta che verranno riaperti in estate 2017) ed oltre alla temperatura torrida (49° di media giornaliera in determinate zone) per qualche giorno tutto sarà senza corrente e difficilmente ci saranno rangers in giro fuori dagli uffici visto che domani è festa nazionale, quindi per la seconda volta di fila determinate aree della Death Valley mi sono negate.
Poco male, il paesaggio è comunque molto bello ed aspro (per gli amanti del genere) e mentre da una parte ci si lascia alle spalle la catena della Sierra Nevada.
Inconveniente di giornata è il passato che mi si ritorce contro: "e come?" "eh, e come..." dovrei rispondere io, con una smorfia; unendo (a) il fatto che l'ennesima dormita in auto senza acqua corrente per darsi una lavata ne' ieri sera ne' stamattina e (b) lo spray antiorso accidentalmente spruzzatomi addosso ieri, ho avuto una coscia e mezzo braccio in fiamme per gran parte del viaggio, per fortuna che nel frigo avevo ancora un po' di ghiaccio e ne ho approfittato per darmi una regolata, ma è stato quasi un incubo per qualche oretta!
dall'altra parte un'immensa area remota e selvaggia attraversata solamente dal tempo mi separa dalla "Valle della Morte", un paesaggio incontaminato ed a tratti mozzafiato che sebbene appaia ai miei occhi una sorta di "paradiso", rappresenta semplicemente l'anticamera dell'Inferno in terra!
Solo qualche vecchio rudere e qualche impianto di raffineria (piane salate quasi dappertutto) ci sono attorno alla lingua d'asfalto nero che si per dell'orizzonte...
e di botto riaffiora la civiltà, Ridgecrest è la città più grande dei dintorni e posso approfittarne per fare i rifornimenti generali prima di raggiungere un altro di posti chiave di questo viaggio ossia i Trona Pinnacles o meglio Pinnacle National Natural Landmark, un luogo tanto suggestivo quanto unico nel suo genere, isolato nel bel mezzo del niente ed al riparo tra due catene montuose: solo una vecchia ferrovia (ora usata credo come parcheggio all'aperto) con dei vagoni incolonnati quasi a perdita d'occhio e poi le forme aliene di altri e nuovi pinnacoli che, al tramonto, danno un bello sfoggio di se' a chi li incontra per la prima volta.
Con un buon grado di sorpresa vedo che non sono solo e che, anzi, c'è un bel gruppetto di persone già pronte per godersi la serata, tra fotografi ed osservatori vari; particolare è che in quest'area son state girati alcuni ambienti di filmetti come "Star Trek" o "Il Pianeta delle Scimmie"; Hollywood a parte, il posto è uno spettacolo veramente molto suggetivo e riesco a farmi un breve giro e gustarmi il rosso che nel cielo mangia l'azzurro prima che divenga buio.
A parte la maleducazione di una famigliola che, piazzata una reflex in mezzo alle p***e per fare time-lapse, sono andati in giro tutta la sera con le luci accese e con una bambina incontenibile rivestita di star-light colorati (gli ho dovuto dire io di far passare la figlia davanti alla sua di machina fotografica invece che alla mia, incredibile), la nottata è stata veramente spettacolare: il posto è veramente unico, non c'è una luce a pagarla (bambina a parte), il silenzio in lontananza fa quasi sorridere e faccio conoscenza con padre e figlio che come me eran lì tranquilli a cercare di evitare i colleghi disturbatori che per fortuna se ne sono andati dopo un po'...
qualche altro esperimento con le luci e dopo aver doppiato e ridoppiato gli stessi scatti più volte, mi son goduto un'ultima birra nel silenzio totale della notte prima di tirar giù i sedili e stendere il sacco a pelo per l'ennesima nottata in balia di un cielo fantastico!